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Scarpe da trekking: chi più spende meno spende, o meglio, chi più spende si fa meno male e fa meno fatica.

 


Questo piccolo “trattato semi-serio” vuole spiegare, spero con chiarezza, il perché sia utile e necessario indossare le cose giuste ai piedi quando si decide di andare a camminare.

Sono i piedi che ci portano in giro e dobbiamo averne cura e rispetto altrimenti, come moltissimi hanno già testato personalmente, con non pochi pentimenti, la vendetta dei piedi maltrattati arriverà funesta e puntuale e prevede: slogature, cadute, sbucciature, tendiniti, dolori alle gambe, dolori alla schiena e conseguente abbandono dell’hobby delle camminate.

Dopo tanti anni che faccio la guida ambientale mi stupisco ancora delle tante persone che si intestardiscono di approcciarsi a questo hobby/sport/passione con calzature non adeguate. Tra l’altro spesso con forte “impermalosimento” nel caso ci si permetta di dare un consiglio.

Non è raro, vi assicuro, che, nonostante le istruzioni date più e più volte, si presentino la mattina alle camminate persone con scarpe, come dico io, “da tapis roulant” o da un più modaiolo “trail running” o con scarpe stile “camminata sul Lungarno delle Cascine quando è asciutto”.


Chiedere una calzatura adeguata non è una mania delle guide. Tantomeno le guide hanno un percentuale in denaro sugli acquisti di tali dispositivi di sicurezza.

La scarpa giusta, lo scarponcino da camminata, alto alla caviglia, con una buona suola scolpita, ha caratteristiche indispensabili per la sicurezza e per la comodità nell’affrontare lunghi tratti a piedi anche se a volte apparentemente semplici.

·        La suola: scolpita e fatta di materiale che ha la capacità di dare più aderenza al suolo, lungo strade e sentieri, che siano facili o più difficili (il “grip”).

·        La rigidità: può sembrare scomoda lì per lì, ma in realtà permette di affaticare meno tendini e muscoli, ci fa stare più eretti con la schiena. Per chi di voi ne sa un po' in materia di fisica, rifletta sulla "legge della leva".

·        L’altezza della scarpa alla caviglia: è una specie di assicurazione contro le distorsioni e che agevola la stabilità e l’equilibrio. Ovviamente poi la scarpa va allacciata fino in cima e ben stretta.

·       Impermeabilità e aerazione: essenziale alla salute e alla godibilità in tutto comfort del cammino. Anche se il tempo è asciutto questo non vuol dire che, per esempio, la mattina non ci sia guazza. In caso di scarpa non impermeabile, vi bagnerebbe i piedi dopo 70 metri. Potrebbe poi esserci la necessità di attraversare un torrente oppure semplicemente potrebbe cambiare il meteo e piovere. Tutto il giorno con i piedi bagnati, che sia freddo o caldo, non lo auguro a nessuno. Leggetevi cos’è il “piede da trincea”.

Avere delle buone scarpe, degli scarponcini da trekking veri, è un aiuto grandissimo al camminare e non vuol dire dichiararsi imbranati, anzi, vuol dire essere più responsabili e sicuri, rischiare meno cadute, tendiniti o slogature e sentirsi meno stanchi alla fine del percorso.

Il costo può essere molto variabile ma già da 70/80 euro potete acquistare buone scarpe per camminare in mezza toscana, su sentieri di campagna e mezza montagna, in ogni stagione. Se poi ci si vuole approcciare alla montagna ci sono scarpe più adeguate. Voglio ricordare che, per chi il camminare non lo fa di mestiere, un paio di buone scarpe da trekking ha una durata di anni. Quindi il costo vale la pena di sicuro. Anche perché risparmierete in creme all’arnica, cerotti al silicone e antidolorifici.

A volte mi sono capitate persone con scarpette basse, leggere, morbidissime. Quelle di tela bucherellata. Una volta addirittura una ragazza con stivaletti alti in pelle con tacco 3 cm stile “far-west”. Alla mia non certa taciuta perplessità, mi è stato risposto: “ma io ci sto comoda, il trekking è facile”.

La parola d’ordine non è comodità ma SICUREZZA.

Se vi provate un paio di scarpe da trekking e la prima sensazione è “maremma ci sta come in ciabatte”, ecco, avete sbagliato scarpa.

Capisco che provarsi un paio di scarpe, vendute come da trekking, nelle quali “ci si sta come in ciabatte” e al prezzo di 16 euro e 90 fa scattare l’acquisto e anche il commento “che grulli tutti quelli che spendono 100 euro!”, ma ci sarà un motivo per il quale noi guide vi diciamo che non vanno bene…o no?

Spesso noto persone armate di bastoncini che sono molto più costosi delle scarpe che hanno ai piedi. Ma non si cammina con le braccia. 

Chi più spende meno spende, o meglio, chi più spende si fa meno male e fa meno fatica.

Ci tengo poi a dire che oltre alla scarpa, molto, molto importanti sono i calzini.

Dunque no ai calzini fantasmini. Questi vanno bene per lo stiletto da aperitivo e per le scarpe da ginnastica per andare alla coop sulla mezza stagione. Necessari sono invece dei calzettoni tecnici. Investimento? 10 euro. Vi durano qualche centinaio di chilometri evitandovi i famosi cerotti siliconati per le galle, i piedi congelati e il buco sul calzino all’altezza dell’alluce già dopo mezza giornata.

Dite che vi fanno caldo? Bene allora per quando fa freddo. E se invece li usate più verso la buona stagione che dire: meglio un piede un po' sudaticcio e che puzza un po', che le galle ai piedi!

Rispettate i piedi, date retta a una che camminare lo fa di mestiere!  

E mi permetto di aggiungere: rispettate anche i vostri compagni di cammino perché è parecchio palloso sentire l’amico/a che si lamenta tutto il giorno per i piedi mezzi o congelati o che, peggio ancora, si fa del male!

Camminate con la testa!

eleonora




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